GLI INCROCI DALMASSO
L’opera di Dalmasso per l’ottenimento di incroci ad uva da vino e da tavola
Negli anni ’30 del secolo scorso il prof. Dalmasso si impegnò in un lungo lavoro di miglioramento genetico, pianificando ed eseguendo numerosi incroci tra vitigni ad uva da vino e, parallelamente, tra vitigni ad uva da tavola. Ovviamente in quel periodo non erano disponibili le attuali conoscenze che, basandosi sull’uso di tecniche molecolari e della selezione assistita, permettono di facilitare le scelte e ridurre i tempi necessari per l’ottenimento, l’allevamento e la selezione delle progenie derivanti dagli incroci. Dalmasso scelse i parentali da utilizzare in base a criteri ben precisi, spesso cercando di unire caratteristiche di rusticità sul piano agronomico con qualità e finezza nei vini. Ad esempio utilizzò per le uve a bacca nera Nebbiolo, Barbera, Dolcetto; per le uve a bacca bianca si rivolse a Trebbiano, Riesling italico e Malvasia, ma anche a vitigni ungheresi quali il Furmint e l’Harslevelu. Da quegli incroci ottenne numerosi semenzali che furono allevati e da lui seguiti per anni per valutarne pregi e difetti, ma che – nell’arco della sua vita – non arrivarono ad avere diffusione. Negli anni ’60 e ’70 il prof. Italo Eynard, docente di Viticoltura all’Università di Torino e grande studioso del settore, volle riprendere lo studio degli ottenimenti di Dalmasso, in particolare per quegli incroci ad uva da vino che potevano avere interesse per la viticoltura piemontese. Nel 1977 furono iscritti al Registro Nazionale delle Varietà di Vite 14 incroci Dalmasso, 9 a bacca nera e 5 a bacca bianca ad opera del Centro Miglioramento Genetico della Vite-CNR (Albarossa, Bric, Bussanello, Cornarea, Cove, Fubiano, Nebbiera, Passau, San Martino, San Michele, Sirio, Soperga, Valentino, Vega).
Anche dopo questo passo fondamentale vi fu una pausa nell’attenzione verso questi nuovi vitigni, finché nel 1991, sempre grazie all’impulso dato dal prof. Eynard ed al lavoro svolto dal dott. F. Mannini, ricercatore CNR, venne impiantato un vigneto sperimentale presso la Tenuta Cannona di Carpeneto (AL) con 13 degli incroci Dalmasso iscritti a Catalogo. Questi ulteriori studi portarono a riconoscere l’idoneità alla coltivazione in Piemonte di Albarossa (2001), Bussanello (2001), Cornarea (2005), Passau (2010): i primi due sono quelli che in seguito hanno riscosso maggiore attenzione dal mondo produttivo e, particolarmente nel caso dell’Albarossa, maggiore successo commerciale.
Come detto, tra gli incroci Dalmasso vi sono anche vitigni ad uva da tavola, spesso ottenuti utilizzando come parentali Moscato d’Amburgo, Regina, Bicane e Incrocio Pirovano 62. Sei di questi incroci (Emila, Franca, Giovanna, Liana, Teresita e Viola) sono iscritti al Registro Nazionale delle Varietà di Vite dal 1977 e sono attualmente oggetto di sperimentazione per valutarne maggiormente caratteristiche ed attitudini.
Una curiosità: i vari vitigni ottenuti da Dalmasso erano inizialmente identificati da un codice numerico e solo in seguito quelli ritenuti meritevoli di ulteriori studi ricevettero un nome, che per gli incroci ad uva da vino furono nomi di fantasia, anche suggestivi, e per gli incroci ad uva da tavola furono ispirati dai nomi delle donne della famiglia Dalmasso. Autore di queste scelte fu il prof. Roberto Paglietta dell’Università di Torino.9
1977
Prima iscrizione al Registro Nazionale
Iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite 14 incroci Dalmasso, 8 a bacca nera e 6 a bacca bianca.
1991
Primo vigneto-collezione degli incroci Dalmasso
Viene impiantato un vigneto sperimentale presso la Tenuta Cannona di Carpeneto (AL) con 13 degli incroci Dalmasso iscritti a Catalogo.
2001
Albarossa
Riconosciuta ufficialmente l’idoneità di coltivazione in Piemonte di Albarossa.
2001
Bussanello
Riconosciuta ufficialmente l’idoneità di coltivazione in Piemonte di Bussanello.
2005
Cornarea
Riconosciuta ufficialmente l’idoneità di coltivazione in Piemonte di Cornarea.
2010
Passau
Riconosciuta ufficialmente l’idoneità di coltivazione in Piemonte di Passau.
IL VITIGNO ALBAROSSA
ALBAROSSA: L'INCROCIO DALMASSO DI MAGGIOR SUCCESSO
GLI INCROCI DALMASSO DA VINO
UVE DA VINO ISCRITTE AL REGISTRO NAZIONALE DELLE VARIETÀ DI VITE DAL 1977
Gli incroci Dalmasso ad uva da vino iscritti in quell’anno al Registro Nazionale furono 9 a bacca nera: Albarossa (Chatus x Barbera), Cornarea (Barbera x Chatus), Nebbiera (Chatus x Barbera), Passau (Dolcetto x Chatus), San Martino (Chatus x Dolcetto), San Michele (Chatus x Barbera), Soperga (Chatus x Barbera), Valentino (Chatus x Dolcetto), Bric (che però dopo alcuni anni dall’iscrizione venne cancellato per la perdita della pianta madre), e 5 a bacca bianca: Bussanello (Riesling italico x Furmint), Covè (Hársevelṻ x Malvasia istriana), Fubiano (Furmint x Trebbiano toscano), Sirio (Verdisio x Maddalena reale), Vega (Furmint x Malvasia istriana). Di questi, Albarossa, Bussanello, Cornarea e Passau sono idonei alla coltivazione in Piemonte e l’Albarossa rientra tra i vitigni della DOC Piemonte.
In foto: Albarossa, Bussanello e Cornarea.
GLI INCROCI DALMASSO DA TAVOLA
UVE DA TAVOLA ISCRITTE AL REGISTRO NAZIONALE DELLE VARIETÀ DI VITE DAL 1977
In foto: Franca, Emilia e Viola
Uve da tavola, attualmente oggetto di sperimentazione in Piemonte e in Puglia, per valutarne maggiormente caratteristiche ed attitudini. L’obiettivo di Dalmasso per le uve da tavola è stato quello di ottenere nuovi vitigni adatti a climi freschi e temperati. Per tale motivo questi incroci ad uva per consumo fresco, oltre che nelle zone tipiche per la produzione dell’uva da tavola (Puglia) sono in prova in zone più fresche come il Piemonte, specialmente in sostituzione di piante di kiwi morte a causa di una batteriosi letale, sfruttando le stesse strutture di sostegno (tipo pergole o tendoni).